In Italia cresce la passione per la cucina orientale. Secondo i dati della Fondazione Leone Moressa l’imprenditoria straniera della ristorazione conta in Italia quasi 50.000 ristoranti etnici. Sicuramente il merito va alla globalizzazione che ha favorito il flusso di persone e tradizioni gastronomiche e portato alla ribalta il tema del cibo e della cucina di altri paesi, soprattutto la cucina giapponese, cinese e araba
Secondo una ricerca realizzata dall’Osservatorio dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie il consumatore italiano che si accosta al cibo etnico e alle ricette orientali è attento non solo a scoprire nuovi sapori ed ingredienti ma anche alle ricette e alle diverse modalità di preparazione, un modo per scoprire, attraverso il cibo identità e tradizioni di paesi e popoli diversi e sperimentare nuove contaminazioni culturali.
I dati, raccolti da un campione di 1.317 intervistati, mostrano che il consumatore di cibo etnico in Italia è soprattutto donna, lavoratrice, sopra i 35 anni, con figli, residente al nord, con un livello di istruzione medio-alto. Sono infatti le donne (52,5%) ad amare l’etnico più degli uomini (47,5%).
L’84,7% degli intervistati ha dichiarato di aver mangiato cibo etnico almeno una volta, contro il 15,3% che non lo ha mai provato.
L’etnico piace e la tendenza è in crescita. Il 57,5% ha aumentato il consumo negli ultimi cinque anni, mentre per il 31,7% è rimasto lo stesso e per il 10,8% è diminuito.
Circa uno su tre mangia etnico qualche volta al mese (29,5%), la maggior parte qualche volta all’anno (45,1%).
Fonte: izsvenezie.it